L’America comanda Sanremo

L'America comanda Sanremo

Un commento all’articolo de Il Fatto Quotidiano del 5 Febbraio 2020. Cliccate qui per leggerlo.

Come al solito non si fa la differenza fra artista e musicista. L’artista è unico. Prendete Mark Knopfler. Ha un suono e una voce inimitabili.
Questo è il motivo per il quale ho sempre odiato l’idea di dover suonare in un’orchestra. Spesso è svilente e spersonalizzante. È molto più bello esibirsi in una band che ha una propria identità.
Paradossalmente il grande difetto di Sanremo è proprio l’obbligo di avere arrangiamenti orchestrali alle spalle, che possono fare perdere l’identità al sound di un gruppo.

Volete l’orchestra? Fatela suonare da vera orchestra! Non la delegate a grande strumento di accompagnamento e sottofondo. Date dignità agli orchestrali scrivendo arrangiamenti incentrati sui loro strumenti e rendendoli protagonisti!
Il Festival lo guardano gli italiani e gli italiani all’estero, that’s all folks! Non ha nulla di davvero italiano perché è improntato sul voler coniugare a tutti i costi canzoni pop filo anglosassoni cantate in italiano con l’orchestra alle spalle che dovrebbe renderle più “italiane”. E’ la perfetta sintesi della crisi della musica pop in Italia.

L'America comanda Sanremo - Pavarotti
Foto di John Mathew Smith

Quando siete all’estero tutti conoscono Bocelli e Pavarotti, nessuno conosce Marco Masini o Nek. Voi direte che è a causa dei testi in italiano. Sarà in parte vero, ma Bocelli e Pavarotti in che lingua canta(va)no?
Neanche a farlo apposta il vero “prodotto italiano” sfornato da Sanremo è stato Il Volo. Fatevi due domande e cercate di capire quello che davvero state guardando in tv.
L’America comanda.

Il musicista d’orchestra al contrario viene considerato un mero esecutore. Questa è la cosa di cui bisogna scandalizzarsi. Da centinaia di anni i musicisti d’orchestra sono musicisti funzionali a sintetizzare un compito maggiore, quello di portare avanti la baracca. Se qualche imbecille (non faccio nomi) prende 1000 volte lo stipendio di un orchestrale nella stessa manifestazione è solo una questione di business.

L’ambito della musica classica è gerarchico, che non fa rima con meritocratico. Suonano simili, ma sono diametralmente opposti. Quanta gente brava è costretta a suonare con buffoni da palcoscenico? Beh, voi amici musicisti lo sapete meglio di me. Quando suonate con quel cantante da balera, vi convincete che è bravo solo perché volete crederci e non volete perdere la vostra dignità. Vi dà da mangiare e vi sta bene così.
Siamo tutti complici di queste situazioni, chi più chi meno.

Sintetizzando. Sono dalla parte degli artisti veri, dei musicisti bravi e di quelli meno bravi, delle canzoni vere e belle. Sono anche dalla parte del business, quando dà da mangiare a tutti e non umilia chi lavora sodo da una vita.