Eshu è una importantissima divinità della religione Yoruba. Non funge solo da intermediario fra l’uomo e gli dei, ma svolge anche il ruolo di protettore dei crocicchi.
Durante il periodo della schiavitù, gli afroamericani iniziarono a identificare Eshu con il demonio cristiano. I padroni delle piantagioni imponevano agli schiavi la religione cattolica e proibivano l’uso dei tamburi. Da qui la leggenda del patto col diavolo che avveniva nei piccoli incroci di campagna, in cui i bluesmen imparavano a suonare magicamente la chitarra in pochi minuti.
“Guidami Eshu
c’è un uomo sulla strada che piange sangue
c’è un uomo sulla strada che va verso Greenwood”.
Ho letto una frase in rete qualche minuto fa: “le persone imparano ad amare le proprie catene”. Chi ama il Blues questa condizione non la può accettare, perché suonare Blues significa sopravvivere e combattere ostinatamente contro tutto ciò che va storto.
Questo non è un disco blues, ma ciò che scrivo attinge sempre da questo tipo di sentimento. Mi sento parte di quel mondo che rappresenta il Delta del Mississippi senza esserci mai stato, forse perché sembra un posto per le anime perse e per gli esseri umani allo sbando. La musica fa miracoli, con il tempo ti insegna persino a vivere.
Ci sono degli aspetti da sottolineare dal punto di vista tecnico: Guidami Eshu – Live at Sound Design è un album suonato live, senza sovraincisioni. È stata una scelta dettata dalla consapevolezza di voler comunicare un sound ben preciso, al di là dei difetti e delle sbavature.
Come al solito spero che siano le canzoni a parlare più di tutto, ma vi lascio con questa frase.
Erano le 5 e 37 quando vidi dieci tramonti tutti in una volta. Mi voltai verso te, ma la notte ormai era chiara. Per fortuna Eshu era già lì con me.